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Il meraviglioso mondo dei bambini...
L'acqua rappresenta uno stimolo per la crescita e lo sviluppo psico-motorio del bambino; la familiarizzazione con l'acqua tende a fargli acquisire un arricchimento degli schemi di postura, modi diversi di spostamento, un controllo respiratorio adattato alle nuove esigenze, libertà di movimento e allargamento esplorativo.
Dal punto di vista psicologico rafforza la relazione col genitore e accresce la fiducia in se stessi.
Quali sono i benefici?
L'attività in acqua è una magica esperienza ludica attraverso cui il bambino rinforza il sistema cardio-circolatorio, respiratorio e l'apparato scheletrico. La relazione affettiva e lo sviluppo psicologico sono stimolati dalla cooperazione col genitore; inoltre, la socializzazione è accresciuta dalla presenza di altri bambini e adulti.
A che età posso portarlo in piscina?
Fin dai primi mesi di vita. La temperatura dell'acqua dovrebbe essere intorno ai 33 gradi (ci sono anche piscine che hanno vasche di acqua calda e sviluppano corsi a partire da 3 mesi).
A partire dai sei mesi i bambini possono tollerare una temperatura anche leggermente inferiore ai 33 gradi (non meno di 30) e si possono iscrivere i piccoli presso qualunque piscina dotata di vasca piccola dedicata ai corsi di nuoto neonatale.
Il bambino può cavarsela da solo in acqua?
Nonsi sottovaluti la necessità della presenza di un genitore in acqua. Il bambino non è in grado di cavarsela da solo in acqua. L'obiettivo di svolgere un corso di acquaticità neonatale, con bimbi da 0-3 anni, è l'ambientamento in acqua genitore-bambino per favorire una crescita e uno sviluppo armonioso.
Un corso dura circa nove mesi per completare tutte le fasi di ambientamento, galleggiamento, immersione. Non bisogna avere fretta! Non ci sono scorciatoie per insegnare al nostro bambino a stare in acqua e a immergersi. Per arrivare all'obiettivo è necessario ripetere più volte lo stesso esercizio fino a quando il bambino non avrà liberamente deciso di "giocare" con l'acqua.
L'esperienza in piscina è essenzialmente un'esperienza cognitiva, sensoriale e ludica.
Come fa un bambino a sapere che non deve respirare sott'acqua?
Esiste un meccanismo innato chiamato "glottide" che consente di bloccare il respiro in immersione. Tale meccanismo è naturale nei primi sei mesi di vita in quanto il bambino è rimasto per nove mesi nel ventre materno. Successivamente è necessario continuare a esercitare tale attività per renderlo consapevole. In ogni caso, a seguito di alcune esercitazioni, le valvole vengono chiuse automaticamente al momento dell'immersione (non è escluso che si possano verificare alcuni casi di "bevuta", in tal caso non va traumatizzato il bambino, ma tranquillamente aiutato a viverlo come un gioco).
Se il bambino soffre d'asma è rischioso portarlo a nuotare?
Il nuoto è l'attività a più basso contenuto asmogeno grazie all'effetto protettivo dell'inalazione di aria calda e ricca di vapore acqueo. Sarebbe meglio sottoporlo a un controllo medico e sentire il parere del pediatra per non affrontare l'acqua senza i consigli di un esperto.
Un ambiente sereno, gioioso, colorato, caldo aiuta ad eliminare le tensioni; incrementare la curiosità del bambino per porlo nella condizione di affrontare la nuova esperienza. Non forzarlo! Camminare alla scoperta della piscina, stimolare la sua curiosità, i primi contatti coi giocattoli, lasciare il tempo di maturare la decisione, sarà lui a proporre di entrare.
3 commenti:
Ciao Sonia e complimenti per il tuo lavoro e per tuo figlio
Giampiero
Ciao Sonia,
io sono un po' fuori "range". I miei bambini hanno rispettivamente 6 anni (a luglio) e 3 (18 maggio). Però sono curiosa di seguire le dicussioni su tuo blog.
Daniela Vizzini(DOL)
grazie sia a giampiero sia a dvmilady. spero che gli argomenti del blog siano interessanti. aspetto commenti. ciao, sonia
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